Roberto Bartolini25 Ottobre 20244min205920

Il contadino Abele ha perso la pazienza

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«Mi hanno rubato due trattori 4.0 con satellitare collegato al centro aziendale per seguire le macchina in tutte le operazioni che effettuano in campo. Dopo qualche giorno ho visto che stavano lavorando in Polonia. Dunque so dove sono i trattori, ma non è semplice riportali a casa: ci vogliono alcune migliaia di euro, ma anche una montagna di carte da riempire, senza poi avere la certezza di una conclusione positiva della faccenda. Io, contadino Abele, dichiaro ufficialmente che ho perso la pazienza di fronte ai tanti Caini che non mi lasciano più lavorare tranquillo sui miei campi. E se Abele decidesse un giorno di mettersi con le braccia conserte, voglio vedere cosa succede se il carrello della spesa rimane vuoto».

È lo sfogo di un agricoltore italiano, che oltre a dover affrontare ogni giorno normative sempre più complesse e vincolanti, nonché essere sottoposto a una serie sempre più numerosa di meticolose verifiche da parte di numerosi enti (uno su tutti, la forestale) e dei controllori della Pac, è costretto a subire anche le conseguenze di furti sempre più frequenti da parte di clan organizzati. Questi criminali, anche quando vengono individuati e presi, spesso non scontano le pene che sarebbero necessarie e, dopo qualche tempo, ricominciano a delinquere.

A tutto ciò si aggiungono le preoccupazioni per la crescente ondata dell’estremismo ambiental-ecologista che continua a imputare agli agricoltori le maggiori colpe dell’inquinamento e del cambiamento climatico, e che esercita una costante pressione psicologica sulla politica che si traduce in atti legislativi sempre troppo penalizzanti per chi lavora in campagna.

La piaga dei furti di trattori 4.0

I furti in campagna stanno aumentando in maniera esponenziale e non riguardano solo gasolio, batterie, satellitari e attrezzi vari, ma prendono di mira sempre più spesso i fiammanti trattori 4.0, che vengono trasferiti e venduti oltre frontiera, in Polonia e Romania in particolare, ma anche in Nord Africa.

Continua il “contadino Abele”: «Mi chiedo perché non ci siano i controlli alle frontiere. Come fanno i ladri a passare senza che nessuno faccia verifiche su quello che fanno transitare? Non è possibile che in Italia non ci si occupi seriamente di questa faccenda. Occorrono ispezioni mirate per vedere cosa succede quando i trattori rubati passano i confini di Stato».

Intanto nelle corti aziendali fioccano i verbali, per esempio per un piccolo e innocente deposito di vecchi attrezzi abbandonati, insieme alle multe comminate dai controllori Agea sulla Pac, per una differenza anche solo di pochi metri su un confine o su un appezzamento o per un cambio di coltura che non è stato rispettato.

Lasciamo lavorare i nostri contadini Abele, evitando di dare sempre per scontato che nessuno di loro rispetti le norme e l’ambiente. Piuttosto, qualcuno dai palazzi ministeriali si occupi seriamente della piaga dei furti nelle campagne, che senza pene severissime e certe, non finiranno mai.

Roberto Bartolini

Laureato in agraria all'Università di Bologna, giornalista professionista dal 1987, ha lavorato per 35 anni nel Gruppo Edagricole di Bologna, passando dal ruolo di redattore a quello direttore editoriale. Per oltre 15 anni è stato direttore responsabile del settimanale Terra e Vita. Oggi svolge attività di consulenza editoriale e agronomica, occupandosi di seminativi e di innovazione tecnologica.


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